lunedì 13 marzo 2017

SCHOOL HARD: HOME SWEET HOME



Joss Whedon è un equalizzatore. Ci sono showrunner (pochi) che sono grandi scrittori e showrunner (molti) che sono grandi produttori. Raramente ci sono showrunner che sono entrambe le cose. Ancora più raramente ci sono showrunner che sanno scrivere, produrre e, in più, fanno progredire la storia e la mettono sulla giusta rotta con un solo episodio. Joss Whedon è uno di questi e quello che fa tra il finale della prima stagione e la premiere della seconda (When She Was Bad) è fantastico: eleva e trasforma Willow nel centro emotivo dello show (in particolare con la scena in cui si rifiuta di fare la ruota di scorta per Xander); aggiunge Jenny Calendar e, soprattutto, Cordelia alla Scooby Gang (in Prophecy Girl partecipa come elemento esterno, in When She Was Bad non solo appare più integrata ma nella scena nel retrobottega del Bronze, dopo la danza sexy tra Buffy e Xander, dimostra di non essere poi tanto superficiale); ci dà un assaggio di Buffy alla deriva.



Le premiere stagionali di Buffy non sono mai memorabili ma, per così dire, il lavoro che fanno nel retrobottega del nostro occhio è portentoso. Il primo episodio chiave della stagione è, tuttavia, un altro.

SCHOOL HARD (scritto da Joss Whedon—storia—e David Greenwalt, diretto da John T. Kretchmer)

—So, who do you kill for fun around here?

"The Master is dead, someone has to take his place", dice uno dei servi di The Master, e così intuisce il senso dell'episodio—anche se poi non lo coglie affatto. C'è un vuoto di potere e va riempito ma Spike, il più grande personaggio di Buffy dopo Buffy, non è esattamente l'uomo ideale per questo compito.

Yeah, I did a couple of slayers in my time, I don't like to brag. Who am I kidding, I love to brag!


School Hard è una cortina di fumo. Fin dal suo ingresso sullo schermo Spike emana figaggine, durante la sua prima interazione con The Anointed One (il personaggio più inutile e ridicolo nella storia dello show) dice di aver già ucciso un paio di slayer e che ucciderà anche Buffy, ci mette cinque secondi per mettere in riga i servi di The Master, a differenza del vampiro medio ha una compagna, Drusilla la quale, a differenza del vampiro medio, ha un'aria estremamente pericolosa. In più, Spike ha senso dell'umorismo e esprit de l'escalier. E' questo il villain che ci meritiamo?

Giles conferma tutto, Spike, noto anche come William the Bloody, ha effettivamente ucciso due slayer. Angel rincara la dose: Spike è in effetti pericolosissimo, una volta che comincia qualcosa non smette finché non lascia dietro di sé una scia di sangue...

You were my sire, man, you were my Yoda!


L'episodio ruota intorno alla notte di San Vigeous, una festività vampiresca durante la quale la forza dei vampiri è amplificata. Per pura coincidenza è anche la notte dei colloqui tra genitori e professori così, oltre a Spike, entra in scena anche Joyce, la madre di Buffy che fino a ora ha fatto solo qualche comparsata.

Joyce è un personaggio fondamentale nello show perché rappresenta meglio di ogni altro personaggio l'ironia del sottotesto di Buffy. Nella premessa off-screen della storia—in realtà on-screen, il film mediocre del 1992—Buffy brucia la palestra della sua vecchia scuola e da lì in poi la fama di piantagrane la segue ovunque. Agli occhi di Joyce, che pur le vuole bene e ne ammira la forza, Buffy—come ogni adolescente—è un enigma. Solo che in questo caso l'enigma di Buffy è pienamente giustificato (così come sono reali le sue fantasie adolescenziali—lo vedremo in Ted). Il risultato è che tutti gli stereotipi adolescenziali sono, ironicamente, confermati (p.e. Joyce, come Snyder, a un certo punto sospetta che Buffy faccia parte di una gang e in effetti fa parte della Scooby Gang, e così via).

Alla fine Spike viene messo KO proprio da Joyce, dimostrando di non essere né un genio del male né, per ora, all'altezza della sua fama. Quando torna, battuto, al cospetto di "The Annoying One" ci rivela anche il suo piano per Sunnydale: meno riti più divertimento. Non è un uomo di potere Spike ma un vero anarchico.

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