giovedì 1 marzo 2012

DA DEADWOOD A LUCK (II)

Temi ricorrenti nella mistica televisiva di David Milch: equini differenziali e frattali esotici


6. Da Deadwood a Luck

Se Deadwood è, come The Man Who Shot Liberty Valance, un mito di fondazione, una Orestea del Far West, Luck è un canto della dissoluzione. Solo cinque episodi sono andati in onda e nessuno può sapere cosa intonerà Milch nelle future stagioni (lo show è già stato rinnovato per una seconda*), tuttavia per ora molti dei temi di Deadwood sembrano essere confluiti in Luck.

* In seguito, è stato de-rinnovato e cancellato per la morte di un cavallo. Ne parlo qui.



L'ippodromo di Santa Anita è, come l'accampamento di Deadwood, una enclave all'interno della quale vigono, se non leggi, regole in parte diverse da quelle del mondo esterno. Santa Anita non è solo un microcosmo, una "piccola città", una nave in bottiglia come qualsiasi luogo isolato in una poetica "unità di luogo": è più di ogni cosa una sfera esistenziale, un polo magnetico che attira un certo genere di individui (un genere "degenerato" di individui) e che corrompe alle proprie regole chiunque ne venga avvinto.

La degenerazione è, come in Deadwood, il risultato dell'avidità o di una pulsione simile. Forse "avidità" è solo una parola al confine del linguaggio per intendere non un desiderio ma l'assenza del desiderio ovvero, come scrive Massimo Recalcati: "l'utopia nichilista di un consumo senza soddisfazione e senza Comunità possibile".

E' infatti in questo stato di nichilismo che troviamo i personaggi di Deadwood e di Luck all'inizio delle loro storie, smarriti nell'utopia edonistica del capitalismo o in balìa dell'angoscia che ne deriva. Pensate a Doc Cochrane o E.B. Farnum o Marcus, Jerry, Escalante. Persino Mr. Smith, che pare posseduto dallo spirito di uno sciamano, è, come scrive F.X. Feeney, circondato da "un'aura di muta rabbia mentre nasconde alla vista del pubblico la grandezza del suo cavallo". E Milch, nello stesso articolo/intervista, aggiunge: "his connection to his horse is deep but so isolated that he degenerates. He has not yet fully lived in his own humanity". E poco più avanti, a proposito della degenerazione del gioco, F.X. Feeney aggiunge: "one de-generates by way of squandering one's spiritual as much as material capital in life. One becomes automatic, robotic, addictive or, as Milch sums it: 'less human'".


7. Equini differenziali

La parola "umano" mi pare abbia un vasto significato nella poetica di Milch, almeno quanto la parola "comunità". Queste due esperienze convergono forse verso un unico luogo nel quale l'incontro è la realizzazione di entrambe in virtù del fatto che umanità e comunità esistono solo l'una attraverso l'altra: è imparando l'una che si impara l'altra e viceversa.

Mi sembra però ci sia una differenza fondamentale fra Deadwood e Luck. Il mondo di Escalante e Ace Bernstein è il lontano risultato di quello di Bullock e Swearengen e, in questo senso, non è un mondo nel quale la comunità è in via di formazione ma un mondo nel quale la comunità è in via di dissoluzione. In questo mondo, umanità e comunità emergono o appaiono in maniera diversa. Per usare le parole di Milch, "lo 'spirito animale' è ciò che paradossalmente umanizza gli uomini e le donne dello show. E' la loro salvezza. L'altra faccia della medaglia è che in assenza di quella connessione, perdiamo la nostra umanità. Diventiamo versioni degenerate di esseri umani". E, parallelamente, a proposito della fortuna: "la mia convinzione è che noi siamo un singolo battito cardiaco, anche se ci concepiamo, errando, come esseri separati. Se mi chiedete di definire la parola fortuna, direi che è il momento in cui facciamo esperienza di quella simultaneità".

*

I protagonisti di Luck, ivi compresi i quattro giocatori degenerati, sono tutti o proprietari di cavalli o con i cavalli hanno una relazione immediata (in certi casi degenerata, come Escalante che li usa per le sue scommesse o Ronnie che li usa per procurarsi gli antidolorifici). Ma tutti i personaggi, anche se hanno lampi di umanità (pensate solo alla meravigliosa scena con Ace nelle stalle alla fine di Episode #5), sono ancora lontani da quella "simultaneità" che li realizzerebbe interamente come esseri umani. La fortuna ha toccato alcuni dei personaggi (Marcus & Co. hanno beccato una sestina vincente, Mr. Smith ha fra le mani un campione, Rosie riesce a cavalcare Gettn'up Morning durante una gara) ma non sembra ancora sufficiente a realizzare una "simultaneità" permanente. (L'esempio più lampante è Jerry che ha già dilapidato metà della sua vincita e, per usare l'espressione precedente di Feeney, sta dilapidando anche il suo "capitale spirituale".)

Non posseggo una magica sfera per guardare nel futuro ma dove il mistero dello show, e dunque dell'umanità, sia nascosto mi pare di poterlo dire. E' nell'egizia bolla di ossidiana incastonata nella testa equina. E' in quel lago nero colmo di luce celeste che è l'occhio del cavallo, la sfera nella quale, nel primo episodio, avviene l'alchemica transustaziazione della vita in morte.


8. Economia frattale e derivati esotici

"The characters all come to you as fractals, with no establishment, no exposition, no context", dice Mann nell'articolo/intervista di F.X. Feeney: come forme geometriche che si ripetono su scale diverse. Probabilmente è per questo che è così difficile entrare nelle opere di Milch, perché siamo abituati a narrazioni non frattali ma simboliche, a qualcosa che sta per qualcos'altro non a qualcosa che è qualcos'altro. Non siamo abituati al contatto con l'essere, alla trascendenza della narrazione ma a quella distanza (pur possente) che deriva dalla mediazione del simbolo.

In Luck ciò che è nel piccolo è nel grande e ciò che è nel concreto è nell'astratto. L'esempio più evidente è la sestina ("pick 6") di Jerry, una "scommessa esotica" che risuona come un frattale dei derivati esotici (i quali, fra l'altro, probabilmente prendono il nome - e il nomos - proprio dalle "exotic wagers" sui cavalli). La sestina di Jerry (e l'usura di Kagle, l'insider trading di Escalante, il poker deregolamentato di Chan, ecc.) non sono un simbolo, non un'analogia o una metafora ma una vibrante miniatura dell'attuale sistema economico e finanziario nel quale crescita e collasso sono puramente aleatori.


9. Solitudine semiotica?

Non aleatorio ma, come dice lo stesso Milch, provvisorio è il linguaggio dei suoi personaggi. Troppo spesso dimentichiamo che se l'immagine è il Re dell'orizzonte estetico, la parola è la Regina. Come ormai sempre più raramente accade, in Luck, come già in Deadwood, la parola può dominare lo schermo con la medesima corporeità della luce e del colore. Usata come forma di aggressione, difesa, isolamento, qualsiasi cosa tranne, apparentemente, la comunicazione, la parola sembra in Milch autistica, monologica, una biascicata eco della monade-corpo dei personaggi come nella ultra-famosa sequenza del calcolo renale di Swearengen. Sembra che i personaggi parlino solo a loro stessi o, al limite, "fra loro", nel senso dello spazio dell'uno di fronte all'altro. Tuttavia, credo che ci sia molto di più nella parola di Milch.

Non un'eco ma una vera e propria estensione del corpo, la parola di Milch è come la mano alla fine del braccio: misura, tocca, afferra, colpisce, avvince, avvicina e allontana, è un gesto. All'inizio può sembrare esoterica perché ancora non conosciamo la fine, il risultato del gesto (pensate allo spaesamento del personaggio di Joan Allen di fronte a Ace) ma pian piano impariamo a comprenderne l'intenzione e, soprattutto, la provvisorietà vibrante di desiderio, l'instabilità semantica. Come il corpo, la parola vuole qualcosa che impara solo venendo alla luce e sperimentando, così come accade nel meraviglioso dialogo fra Marcus e Jerry nel motel (Episode #5) durante il quale le parole esplorano i limiti dell'amicizia.

Studenti di umanità, i personaggi di Deadwood e Luck vanno a lezione l'uno dall'altro. Come nevrotici filosofi, ascoltano parlando e imparano insegnando. Se state attenti però, dietro alla loro voce si sente quella già piena di umanità di quel grande scrittore contemporaneo che è David Milch.


10. Bibliografia essenziale

Non sono esperto di Old West e western e non saprei quali libri consigliare a parte, specifico sull'accampamento di Deadwood, Deadwood, The Golden Years di Watson Parker.

Fonti veloci, essenziali e immediatamente fruibili. Questa lunga lezione di Milch è meravigliosa: teoria, biografia, metodo e confessione. Due articoli che considero canonici e imperdibili: The Misfit (Mark Singer, The New Yorker) e il più volte citato Luck Ain't A Lady (F.X. Feeney, Written By).

L'idea del conflitto fra necessità individuale e storica in Deadwood l'ho mutuata da questo saggio di Daniel Warden che, fra l'altro, con un discreto colpo di scena, estende tale concetto al destino dello show.

Qualcosa sulle "scommesse esotiche" lo potete leggere qui (non ho trovato di meglio), mentre esempi singoli di "scommessa esotica" (come la pick 6) li trovate sulla wiki. Come introduzione ai derivati vale la famosa definizione di Warren Buffet dei derivati come armi di distruzione di massa, che trovate qui (e, a questo punto, può valere la pena di leggere anche questo articolo del NYT). (Più in generale, per chi vuole entrare nell'attuale labirinto economico consiglio ECONned, il libro di Susan Webber/Yves Smith, e il suo famoso blog: Naked Capitalism.)

A mio parere, il miglior bigino sul darwinismo è (purtroppo fuori catalogo) Darwin e il darwinismo, Patrick Tort, Editori Riuniti, 1998.

Il libro di Massimo Recalcati che cito è Ritratti del desiderio, Cortina, 2012.

Un articolo che ho letto di recente (ma non condivido pienamente) contiene esempi di "interpretazione frattale" dell'economia.

L'espressione "solitudine semiotica" l'ho afferrata da questa ironica recensione di Stuart Jeffries su The Guardian.

A chi non apprezza fino in fondo Michael Mann, consiglio questa serie di video-saggi di Matt Zoller Seitz.

Interviste sparse a Milch, Mann, Hoffman, Nolte o articoli: Huffington Post, Havrilesky in Salon, npr, Nussbaum in The New Yorker, Sepinwall in HitFix, F.X. Feeney in DGA, Julian Sancton in Esquire, Q&A con Milch nel comunicato stampa di HBO.

0 commenti:

Posta un commento