martedì 21 aprile 2015

MAD MEN: IL FUTURO NON PASSA MAI

Solo un'attività monotona e ripetitiva come il recap televisivo può leggere Mad Men come una storia ripetitiva, e soltanto lo spettatore deliziato dall'immanenza del proprio ego può leggere Mad Men alla lettera.

Se provate un esperimento mentale, immaginando che Forecast non sia un episodio di Mad Men ma di un'ipotetica serie antologica — una sorta di raccolta di racconti per la TV sul modello di Twilight Zone — non solo questo sarebbe un eccezionale racconto autoconclusivo scritto a quattro mani da Capra (Frank) e Carver, ma se non lo fosse e fosse una puntata di una serie seriale sarebbe una delle migliori.

Visto cosa ho fatto? Ho ribaltato tutto senza ribaltare niente, come fa Mad Men quando vuol farti credere che tutto sia lo stesso mentre tutto è lo stesso pur essendo qualcos'altro.

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Il discorso in stile Gettysburg per Roger (The Bahamas Address?) è solo una scusa per chiedere l'oroscopo degli anni '70 a chiunque si trovi nei dintorni — a onor del vero, quel discorso Don l'ha già fatto nel pilot (all advertisement is created equal...) — e la cosa affascinante dell'indagine di mercato di Don è che nessuno degli intervistati ha davvero un'immagine del futuro: per tutti il futuro è solo un presente potenziato, anche per Sally che vorrebbe andare in gita, per sempre, senza mamma e papà.

Se le cose stanno così, se il futuro è solo un presente esponenziale, se il futuro funziona secondo la legge di Moore, allora cos'è il presente? Un futuro in miniatura?

E se il presente di ieri è il futuro di oggi non può darsi che "presente" sia solo una parola per indicare il futuro che non passa mai, un futuro che continua ad avverarsi?

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Tutte le domande sul futuro sono domande impertinenti in entrambi i sensi. Dato che sono domande viziate da un progresso infinito, prima o poi toccano uno di questi due sottintesi: o "tutto qua?" o "no, dai, davvero!?". Delusione o incredulità.

Forse è per questo che tutti ce l'hanno con Don, il futuro può essere sminuito dal parlarne così come il presente dal non parlarne. O può anche darsi che tutti ce l'abbiano con Don perché è insensibile (Peggy), perché non è un buon capo (Mathis), perché ha dimenticato di cambiare il tappeto (l'agente immobiliare) o perché flirta con la tua compagna di scuola (Sally), cioè perché Don è Don.

Tuttavia, può anche darsi che Don sia già qualcun altro, e che siano gli altri a prenderlo un po' troppo "sul vecchio". Infatti, la reazione di Peggy è una reazione da Peggy, Mathis può solo biasimare se stesso, il flirt fra Don e la compagna di Sally è assolutamente innocuo e, forse, solo l'agente immobiliare ha qualche ragione per lamentarsi: solo i disperati (e gli scrittori) vedono il futuro come un foglio bianco, tutti gli altri hanno bisogno di qualche punto di riferimento, un sofà, un paio di sgabelli di Erik Buk, un'attricetta canadese o un tappeto fresco di tintoria.

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A un certo punto dello show sarebbe stato ridicolo pensare che Betty fosse un'adulta, adesso sarebbe ridicolo pensare che sia ancora una bambina e non entrambe le cose. Così, c'è qualcosa di dolce, triste e stucchevole, o forse affettato, fra Betty e Glen, come fra due vecchi amanti o due diciottenni.

In ogni caso, Betty dice la cosa giusta — sono sposata — lasciando la fantasia di Glen intatta prima della fuga in Vietnam.

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Anche Don dice la cosa giusta a Sally, o quasi. Sally è già molto, molto più di una bella faccia.

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