venerdì 28 settembre 2012

LOUIECEPTION: IL SOGNO DELLA COMMEDIA

Ogni episodio di Louie ha l'incipienza dellla realtà e l'incipienza del sogno. Infatti, non è tanto assurdo dire che Louie è lo show più realista in televisione e anche quello più onirico, uno show che ha picchi e baratri di serotonina, nel quale la neorealistica sincerità di un padre che non riesce a controllare il figlio adolescente (come in Bully della prima stagione) convive con contenuti psichici rimossi come per esempio Janet, l'implausibile ex moglie nera di Louie che è una metonimia di moglie, come se l'effetto-moglie avesse preso il posto della causa-moglie (che è forse ciò che intende Louis C.K. quando dice di aver scelto un'attrice afroamericana per interpretare Janet perché sentirsi dire da una nera di trovare un lavoro serio ha un effetto del tutto diverso che sentirselo dire da una bianca).

Insomma, in Louie non è solo complicato distinguere la realtà dal sogno (e dal sogno a occhi aperti) o fraintendere i sogni interpretandoli solo come intermezzi surreali. A volte è impossibile capire se l'episodio successivo non sia un sogno del precedente o lo stesso sogno, se l'intero show non sia un sogno o una catena di sogni che si contengono come le forme di una matrioska.

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New Year's Eve, il finale della terza stagione, è l'episodio in cui queste ambiguità sono più marcate, un episodio-inception nel quale la realtà ha la consistenza di un fantasma e, proprio come in un sogno (anzi quattro), la drammatizzazione è una traduzione enigmatica del desiderio.

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Il primo sogno dell'episodio è quello di un Natale anti-dickensiano durante il quale la gioia delle figlie di Louie che scartano i regali è contraltata dalla memoria (o sogno a occhi aperti?) del calvario che Louie ha dovuto affrontare per correggere il difetto di produzione di una bambola. E' davvero necessario sottolineare che lo smembramento e ricostruzione della bambola da parte di Louie rivela molto del suo rapporto con le donne (e con le figlie)?

Il Natale finisce con l'irruzione nel sogno della cruda realtà (o è solo un incubo?): Louie che guarda Lilly e Jane andarsene con Janet e il suo nuovo uomo nel tramonto festivo di un ascensore.

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Nel secondo sogno, Louie si addormenta (o stava già dormendo?) e viene risvegliato da una telefonata della sorella (Debbie, questa volta interpretata da Amy Poehler). I due parlano della solitudine di Louie così come, nel sogno successivo (o è lo stesso sogno?), fanno Lilly e Jane (la rappresentazione di questo sogno è spettacolare — e ilare — nel suo essere totalmente vaga: "It's so good too see you... I know, we are grown ups... Wow, really, probably in our twentys... Probably, what do you do?... I have like a carreery-thing... Wow!...").

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Quando Louie si risveglia da questo sogno è difficile dire se non stia ancora sognando visto che, in televisione, i due anchor che in TV parlano dell'incidenza dei suicidi durante le festività di fine anno hanno i nomi improbabili di Fanny Chapcranter e Flappy Howserton.

A questo punto, Louie decide di partire, forse raggiungere la sorella e il cognato in Messico, e sul bus verso l'areoporto incontra Liz (Daddy's Girlfriend, un altro episodio onirico). Qui il Natale diventa una sorta di Natale anti-serendipity, perché proprio prima del classico ricongiungimento dei due innamorati, Liz comincia a sanguinare dal naso e sviene. Louie la accompagna in ospedale dove Liz muore sussurrandgli un ironico "bye?".

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Così, Louie finisce solo in areoporto dove si addormenta (ma si è mai svegliato?), e quando si sveglia decide di partire non per il Messico ma per la Cina, alla ricerca del fiume Yangtze, citato in un libro che ha regalato a Jane all'inizio dell'episodio (la storia di una paperella — forse reminescente di quella di Duckling — che si ricongiunge con la famiglia).

Ovviamente, il fiume Yangtze non è altro che un miserabile rivo nella campagna intorno a Pechino e Louie (è lui la paperella?) si ricongiunge non con la sua ma con una famiglia cinese che, nonostante tutte le barriere (culturali e linguistiche), lo accoglie a braccia aperte. Che il comico sia una forza coesiva più potente dell'amore?

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