venerdì 13 luglio 2012

LOUIE E I DIVIETI DEL LINGUAGGIO

A un certo punto di Miami, Ramon, il baywatch che gli ha "salvato la vita", dice a Louie che quello che fa—cioè far ridere la gente—è importante. E, okay, chi può dargli torto. Ma ciò che Ramon non sa è che Louis C.K. non fa semplicemente ridere perché, mentre lo fa, ci invita in una zona dell'esistenza priva di comfort dove l'atto del ridere diventa una pratica filosofica e —se siete disponibili a spendere un po' di tempo—più tardi si trasforma in una pratica meditativa. In altre parole, i grandi comici sanno nascondere nel ridicolo una grande verità, i geni del comico (come Groucho Marx e Louis C.K.) in una grande verità sanno mostrare ciò che la rende ridicola.



In Miami, quando all'inizio dell'episodio Louie va in spiaggia e viene travolto (anche letteralmente) dal mostro del contemporaneo edonismo, questo prologo, apparentemente gratuito, ha una funzione fondamentale, anzi due. In primo luogo, esalta la mistica della cura del corpo, che può renderlo sessualmente equivoco; in secondo luogo, sottolinea la distanza di Louie dall'universo del bagnino Ramon e, dunque, trasforma la repentina amicizia fra i due—che, fra l'altro, nasce da un fraintendimento—in qualcosa di più bizzarro di quanto in effetti non sia.

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Fin da subito, Louie e Ramon allacciano un'amicizia che ha una palese carica sensuale anche se né più né meno di qualsiasi grande e improvvisa amicizia maschile o femminile. Tecnicamente, Louis C.K. utilizza tutti i classici tropi delle storie romantiche per raccontare questa repentina attrazione fra il suo personaggio e Ramon: il montage della giornata passata insieme, la festa in famiglia, il dialogo sotto alle stelle e, splendida scena, la telefonata alla ex moglie che desume dal tono della conversazione che Louie abbia un interesse sentimentale per qualcuno.

Se ci pensate, in sé non c'è assolutamente nulla di equivoco in questa serie di eventi. L'equivoco c'è perché proviene dal fatto che la sessualità di Louie e Ramon non è stata dichiarata (ma, come dice Louie nel bit finale, chi è che va in giro a dichiarare la propria eterosessualità?) e che la loro amicizia non è pregressa né nasce da una di quelle esperienze, che so la guerra, che catalizzano i legami delle amicizie virili. In questo senso, la scena del superfluo salvataggio iniziale è una descrizione perfetta del rapporto fra Louie e Ramon perché è un equivoco speculare a quello che deriva dal fatto che Louie, invece di partire, visto che si sta divertendo decide di rimanere a Miami un altro paio di giorni.

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Così, arriviamo al momento più interessante dell'episodio, cioè al dialogo finale fra Louie e Ramon nel quale—indipendentemente dall'orientamento sessuale di Ramon—l'orientamento sessuale è "l'elefante in bocca", e il tentativo di de-sessualizzare il linguaggio (sia per non offendere l'altro sia per non esprimere qualcosa di ancora più equivoco) trasforma lo scambio fra i due in un sublime balbettio in cui tutto è insignificante perché tutto può significare tutto e il contrario di tutto.

Il mio momento preferito è quando Ramon invita Louie a essere se stesso e rincara la dose dicendogli che ha un cugino... Cosa che Louie interpreta come un invito a fare coming out ma che potrebbe tranquillamente indicare il fatto che Ramon non avrebbe alcun problema se Louie fosse gay.

Insomma, la verità è che non sappiamo comunicare quando siamo travolti da improvvise passioni perché il linguaggio è un casino, perché le parole (come Louie dice alla fine) sono fin troppo sessualizzate, così come in fondo sono le nostre azioni. Come accadeva nella premiere stagionale, Something Is Wrong, i segni possono essere, anzi sono tutti oscuri e hanno da essere interpretati. Ma qui c'è anche qualcosa in più: il divieto culturale di segnalare all'altro le nostre intenzioni per non essere fraintesi può improvvisamente interrompere quelle intenzioni e dunque la nostra esperienza dell'altro. Non è Bergman, è Louis C.K., dunque si ride tutto il tempo.

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Jonah Weiner su Slate e Willa Paskin su Salon sostengono la tesi per cui l'impasse del linguaggio indica che Louie nella scena finale sta lottando per non essere gay mentre effettivamente si sente gay, cioè che la cosa che non riesce a articolare è l'attrazione omosessuale per Ramon (Jonah Weiner dice addirittura che solo in questo senso la scena sarebbe interessante). Per me questa tesi non ha consistenza psicologica. E' chiaro che Louie prova una certa passione per Ramon e che Louis C.K. ci spinge a riflettere sulla natura equivoca di questa passione (non a caso l'episodio è costellato da dettagli "tattici" come la misoginia di Louie quando litiga con la ragazza delle fragole o, che so, un tizio con un fiore sull'orecchio alla festa latina, ecc.), ma è anche chiaro che se Louie provasse una vera attrazione sessuale per Ramon, il linguaggio—attraverso il diniego—tenderebbe a confermarla e non a negarla attraverso quello che in fondo è un trasparente balbettio.

Ciò che a mio parere rende la scena pregnante non è una possibile attrazione sessuale fra Louie e Ramon ma il fatto che entrambi, come in tutte le grandi amicizie, provano un'attrazione romantica nei confronti dell'altro, un'attrazione che è culturalmente lecita solo sotto determinate condizioni, in particolare quella per cui i gesti e le nostre parole vengono agiti nell'univocità sessuale dell'eterosessualità. E' grazie a questa univocità che, come nota Zizek, i soldati in caserma possono fare scherzi palesemente omosessuali, e è in virtù di questa che la palese omosessualità latente nel cameratismo finisce per manifestarsi.

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Nel caso di Louie e Ramon non c'è mai cameratismo, non c'è mai il tentativo da parte di alcuno dei due di rimuovere una possibile attrazione sessuale o sublimarla nell'esibizionismo della virilità perché non c'è attrazione sessuale fra i due ma romantica.

In questo senso, si potrebbe al massimo dire che Louie e Ramon hanno effettivamente una piccola storia d'amore platonico durante l'episodio (qualsiasi amicizia è in fondo una storia d'amore platonico), una storia che alla fine si arena sulla secca del linguaggio e dei suoi divieti che, come Louis C.K. da tempo ci racconta, sono persino più equivoci di ciò che dovrebbero vietare e, soprattutto, diventano spesso catalizzatori di ciò che vietano.

Nel caso di questo episodio potrei dire che ogni amore platonico è (per noi occidentali) un'apertura sull'attrazione sessuale. Se non ci fosse il divieto eterosessuale di accettare quest'apertura nei rapporti fra maschi, Louie e Ramon sarebbero semplicemente amici. Invece il divieto, evocando ciò che vietava, getta Louie e Ramon in un impasse, anzi un doppio impasse nel quale intervengono anche i divieti del politically correct e il linguaggio diventa incapace di esprimere qualsiasi cosa.

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