martedì 25 ottobre 2011

BOREDOM EMPIRE

Per amare Boardwalk Empire bisogna avere uno spassionato amore per il nulla e per i mobili d'epoca. Immagino che anche essere teenager brufolosi o critici televisivi aiuti ma una certa predelizione per le suppellettili è necessaria. Boardwalk Empire è un superlativo salotto nel quale quasi tutti i personaggi sono come mobili e soprammobili che Nucky e Darmody si dilettano a distruggere.

In realtà, Nucky ai soprammobili più che altro ci parla, cercando di convincerli che essere bianchi, neri, grassi, magri, ebrei, irlandesi o italiani non è poi così importante finché tieni le redini del potere. Quale sia esattamente questo potere, tuttavia, è una questione sempre più vaga man mano passano gli episodi. Forse il potere di fregarsene del potere visto che ogni volta che Nucky deve esercitarlo (in qualsiasi forma) sembra la persona più contrariata della terra.



Nucky Thompson è il prototipo del malinconico uomo contemporaneo, dello spettatore televisivo alla ricerca di un'atomica sensazione di piacere attraverso l'uso del telecomando, del navigatore bulimico e infaticabile che consuma media, relazioni, informazioni e pornografia nella più totale indistinzione. La vita è per Nucky essenzialmente noia, impiego senza impiego. Tutto ciò che Nucky fa è, come per l'internauta, un'occasione per riempire un tempo vuoto e angosciante. E non è scorretto dire come ho detto prima che Nucky, in quel tempo, riesca pur a dilettarsi, almeno se pensate al diletto come a un piacere senza gioia o stupore.

Sia come sia, Nucky e l'internauta condividono la negatività senza impiego di cui parla Bataille a proposito dell'uomo alla fine della storia, cioè il fare di chi non ha più niente da fare.

In questo senso (e paradossalmente rispetto alle premesse dello show), la cosa che più manca a Boardwalk Empire è la Storia con la S maiuscola. Se ho qualche dubbio che lo show racconti una qualsiasi storia, sono abbastanza sicuro che Boardwalk non racconta nessuna Storia.




Sono rimasto colpito da una cosa detta da Sutter in questa intervista, cioè che in Sons of Anarchy il reparto tecnico si fa un mazzo così per nascondere il lavoro che fa nelle retrovie, perché lo sfondo, per quanto bello, deve essere solo il sostrato sul quale si stagliano i personaggi con le loro storie. Quando lo sfondo diventa più importante dei personaggi, i personaggi diventano accessori della scenografia, non più né meno decisivi di un comodino.

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Boardwalk Empire pretende di raccontare la Storia con la S maiuscola ricostruendo solo il contesto scenografico di questa e popolandolo di attori ai quali viene assegnata un'etichetta adesiva come nelle feste delle medie: hello, sono Al Capone, piacere Nucky, ciao sono Jimmy e questa è mia mogghie Angela. Come in tutti gli ultimi film di Scorsese il tempo viene sacrificato allo spazio e la storia/Storia diventa solo un'ombra che si muove su un palco scintillante.

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La cosa più interessante rispetto a ciò che ho appena detto è probabilmente il fatto che Boardwalk è il risultato di due esperienze relativamente disastrose per la HBO: Rome e Deadwood.

Rome rappresenta il tentativo di ricostruire la Storia sacrificando lo spazio al tempo e se, indubbiamente, lo show di Bruno Heller con ambizioni shakespeariane si è un po' perduto nella loquacità dei tempi teatrali, non si può negare che abbia avuto i suoi momenti. La ragione principale per cui non ha funzionato è la quasi totale assenza di scenografia, ovvero di contesto: uno show su Roma girato in anonimi esterni, tende del Decathlon e ville di polistirolo non può avere lunga vita.




Deadwood è invece il più grande esperimento di ricostruzione storica mai fatto in televisione, al punto che la scenografia (la replica dell'insediamento di Deadwood) aveva bisogno di una cura quotidiana e maniacale: ogni giorno, per esempio, era necessario versare kilolitri di acqua sulla scena per rendere le strade fecciose come all'epoca.

Dal punto di vista economico, mantenere una scenografia vivente solo per raccontare delle storie meravigliose è chiaramente una follia e Deadwood ha fatto la fine che ha fatto (anche se il vero fallimento di Deadwood, il più grande show della storia della televisione insieme a The Wire e The Sopranos, è dovuto probabilmente alla sua complessità).

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Si dice spesso che tutti i personaggi contemporanei condividano un certo dualismo ma questo è vero solo in parte. Tony Soprano, Al Swearengen e Stringer Bell condividono molto di più: lo sforzo cognitivo per comprendere se stessi e il mondo che li circonda. Una "certa" flessibilità morale è necessaria per svolgere questo compito nei contesti in cui essi si trovano, ma nessuno di loro ha una ridicola doppia faccia come i personaggi che popolano Boardwalk Empire. La doppia faccia è cosa da fumetto degli anni '50, non cosa da dramma.

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Per tornare al punto in questione, Boardwalk è il perfetto risultato della doppia esperienza di Rome e Deadwood: uno show senza storia, con una scenografia statica e un arredamento dinamico. I vari personaggi vengono spostati come soprammobili da un episodio all'altro e gli unici due personaggi che non sono mobilia, cioè Nucky e Jimmy, errano incessantemente senza meta.




Fra tutti i soprammobili, i più leggeri e vani sono i personaggi femminili. Se non credete a me, leggete l'articolo di Matt Zoller Seitz che lo spiega. E se non avete voglia, accontentatevi di questa illuminante glossa all'ultimo episodio:

"The Nucky-Eli tussle ended like a fight in a saloon in an old Western, with Nucky’s special lady friend Margaret holding a shotgun on Eli to break things up. It was nice to see Margaret being given something to do; in most episodes she’s a lovely doormat — a kept woman who’s mainly there to grin and bear her husband’s cavorting, and penny-pinch her household staff; it’s a far cry from the radiant moral compass established (all too briefly) in early episodes of season one. But “Boardwalk” couldn’t resist diminishing Margaret at the end of the scene by having Nucky reveal that there were no bullets in her shotgun. (John Wayne and other Western stars did this sort of thing often in old movies; it was a way of establishing that the woman who saved the hero from death him didn’t “really” save him.)"
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Si può forse dire che Winter, per descrivere la posizione inferiore della donna nella società degli anni '20, abbia preso la strada più breve: ha creato personaggi femminili privi di qualsiasi personalità o, giusto per mantenere le apparenze, con una pseudo-personalità (una personalità scenografica che dipende dagli opuscoli che leggono o dal contesto nel quale per coincidenza si trovano).

D'altra parte, non si può dire che i personaggi maschili siano tanto più memorabili, a meno che (come lo stesso Seitz non manca di notare) non vogliamo scambiare la violenza con lo spessore.




Jimmy Darmody è il Kenshiro di Boardwalk Empire. Nel mondo post-apocalittico degli anni '20 (la I Guerra Mondiale fu effettivamente una piccola apocalisse e il proibizionismo ne innescò un'altra), Jimmy è uno dei pochi che conosce la tecnica di Okuto, utile per tagliare gole e, ogni tanto, fare lo scalpo a un vecchio lobbista. Come in Okuto no Ken, la violenza di Jimmy è una danza grottesca che non ha nulla a che fare con la vera violenza. E', al limite, virulenta animalità.

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Come accade agli animali, l'ambiente funge da elemento disinibitore per Jimmy (vedi Agamben, L'aperto. L'uomo e l'animale), sollecita cioè le sue reazioni istintuali spingendolo ad agire, quando è necessario, nel solo modo in cui sa agire, cioè con forza letale. Come gli animali, Jimmy non ha alcun interesse per l'ente (non vede la bellezza della sua danza) e, come gli animali, è annoiato: le cose che lo circondano non hanno nulla da offrirgli ma continuano, in quanto disinibitori, a tenerlo in scacco, intrappolato.

La differenza fra animale e uomo starebbe nella capacità dell'uomo di provare una noia ancor più profonda di quella dell'animale, così profonda che egli non solo può svincolarsi dagli agenti disinibitori ma anche riconoscerli per quello che sono: nascoste rivelazioni dell'ente (non è questa la strada che segue Tony Soprano?). Di fronte all'ente che si manifesta nascondendosi (esattamente come tutte le grandi storie dell'umanità), l'animale che si annoia è solo stordito, l'uomo che sa annoiarsi è invece capace di stupore metafisico.

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In Boardwalk, l'uomo dovrebbe essere Nucky ma, alla fin fine, Nucky non è tanto diverso da Jimmy: è solo un diverso animale. E Boardwalk Empire alla fin fine è solo un disinibitore per l'animale televisivo (la violenza gratuita serve a questo). E' capace di stordire ma non di stupire.

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