martedì 24 maggio 2011

THE PSYCHOPATHY OF EVERYDAY LIFE

Due sono i principali strumenti del mentalista per identificare un colpevole, il Sistema di Codifica delle Espressioni Facciali (FACS, Facial Action Coding System) e la lista di Hare (PCL-R, Psychopathy Checklist-Revised). Praticamente un breviario per gli attori e un manuale per gli scrittori.

Se qualcuno ha visto il tedioso Lie to Me sa perfettamente cosa sia il FACS; per tutti gli altri: è una tassonomia delle espressioni facciali umane, una semantica della nostra espressività. E' la scienza che studia le cosiddette "microespressioni", ovvero il comportamento dei muscoli facciali, ovvero quel linguaggio involontario che può svelare, al di là dei volti che indossiamo, i nostri reali sentimenti (che so, il disprezzo o la disperazione sotto a un sorriso). Un lie detector e un feeling detector empirico.



La lista di Hare è invece uno strumento diagnostico per identificare la psicopatia, cioè una serie di fattori psicologici e comportamentali in base ai quali è possibile determinare se un certo soggetto sia davvero psicopatico, ovvero possieda quel particolare disturbo della personalità caratterizzato da un'ascosta mancanza di empatia.

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Al di là dei correnti dibattiti sulle distinzioni fra psicopatie, sociopatie e disturbi antisociali della personalità (che sarebbe poi, ufficialmente, la categoria più generale nella quale rientrano le altre), la ragione per la quale abbiamo bisogno di una lista per diagnosticare la psicopatia è questa: il problema con gli psicopatici — come tutti sappiamo, non dubitando che prima o poi ne abbiamo incontrato uno — è che sono quasi totalmente invisibili dietro alla maschera che indossano.

In altre parole: uno psicopatico è indistinguibile da una persona "sana" (vedi p.e. Dexter), almeno finché non si possiede quella mappa di sintomi rilevabili (di cui non bisogna abusare) che è la seguente lista di Hare:

Fattori Psicopatici della Personalità (narcisismo aggressivo)

Loquacità, egocentrismo e grandiosità, menzogna patologica, manipolazione, mancanza di rimorso o senso di colpa, affettività superficiale, insensibilità o mancanza di empatia, incapacità di accettare le conseguenze delle proprie azioni (vi viene in mente qualcuno?).

Fattori Psicopatici del Comportamento (comportamenti antisociali)

Bisogno costante di eccitazione/predisposizione alla noia, stile di vita parassitario, mancanza di controllo, incapacità di gestire obiettivi a lungo termine, impulsività, irresponsabilità, delinquenza giovanile, problemi comportamentali precoci.

(Altri fattori: promiscuità, comportamenti criminali in età adulta, utilizzo di strategie psicopatiche nella relazione con gli altri.)




Guardando il mondo dallo spioncino della TV, la cosa interessante della lista di Hare è che, a parte i crimini politici o passionali, la maggior parte dei crimini televisivi è riconducibile a personalità psicopatiche narcisistiche, cioè a quel disturbo che Fromm definì "la quintessenza del male" e che Mr. Burns sintetizza benissimo in un episodio di The Simpsons: "Schindler e io siamo come piselli in un baccello, siamo entrambi proprietari di fabbrica, abbiamo fatto tutt'e due pallottole per i nazisti, ma le mie funzionavano, dannazione!".

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Gran parte della televisione contemporanea più che un conflitto fra bene e male racconta un conflitto fra psicopatici e, per così dire, normopatici. Da un lato ci sono personaggi incapaci di provare colpa, rimorso, empatia, dall'altro personaggi soggetti a colpa, rimorso, empatia (Red John vs. Patrick Jane, per esempio).

Estremizzazione di questo conflitto sono gli show con i vampiri, soggetti psicopatici per eccellenza, narcisisti maligni che però, così sembra, ogni tanto sono attratti dalla redenzione (come Bill Compton e Stefan Salvatore).

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Raramente (e per fortuna), fra queste due categorie ci sono personaggi sfuggenti come Don Draper o Al Swearengen, che hanno i loro psicopatici da combattere, cioè Betty e Hearst, ma ci ricordano che la realtà non è semplice quanto la televisione.




Probabilmente, il personaggio più grande della storia della televisione è Tony Soprano, psicopatico ad alto rendimento che, ogni tanto, evolve (o degenera) in "normopatico".

L'originalità di The Sopranos sta tutta nel non raccontare la storia della redenzione (impossibile) di Tony ma la storia della sua umanizzazione: la storia di uno piscopatico corporativo (la "corporazione" è qui la Mafia) che viene improvvisamente investito da sintomi di empatia. Cosa che, a quanto pare, capita solo al 20% degli psicopatici in cura.

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Dopo aver letto questo meraviglioso articolo di Jon Ronson sul Guardian so molte più cose sugli psicopatici, per esempio che non hanno memoria del dolore provato (e di quello causato?), ma soprattutto che Hare è pentito di aver condotto le sue ricerche solo in prigione e è convinto che avrebbe dovuto spendere un po' di tempo anche in Borsa. I serial killer rovinano famiglie; gli psicopatici corporativi, politici e religiosi rovinano intere economie e società.




A questo punto mi è venuto in mente che la campagna elettorale di queste amministrative (per i posteri, sto parlando del Maggio 2011) è un parterre di personalità psicopatiche, e che Berlusconi ultimamente è diventato il Russell Edgington italiano, anche se assai meno elegante e divertente.

La perfetta definizione da parte di Montezemolo di quel che sta accadendo (una guerra civile a bassa intensità) riassume egregiamente lo stato delle cose ma manca di suggerire le parti fra le quali questa guerra è in corso: psicopatici e "normopatici" o, nella fantasia di un teenager, vampiri e umani. Nemici dei comunisti, degli zingari, dei mussulmani, degli omosessuali e nemici dei narcisisti (siete anche voi nemici dei narcisisti? O solo dei nichilisti?).




In qualche modo, Berlusconi usa il comunismo, l'islamismo, l'omosessualità, ecc. come il fazzoletto di Iago. Il genio dello psicopatico Iago (e di Berlusconi) "consiste nel convincere gli altri che qualcosa a cui non avevano pensato era qualcosa a cui non avevano voluto pensare" (Bradshaw citato da Bloom).

Naturalmente, Iago è assai più sottile di Berlusconi ma possiede meno televisioni e, al confronto, ha una potenza di fuoco ridicola. Ciò non toglie che sia l'alfiere di Otello sia il magnate italiano sembrano alleati nella stessa guerra: "una volta messo in secondo piano, Iago non è nulla, e la sua guerra contro Otello diventa una guerra contro l'ontologia" (ancora Bloom).

Sotto questo aspetto, l'unica differenza fra Iago e B. è che il conflitto di B. contro l'ontologia è, come oggi va di moda, una tipica, moderna guerra preventiva.




Tornando a The Mentalist, la poesia preferita di Red John è The Tyger di William Blake, simbolo della "terribile simmetria" che l'agnello Patrick e lo stesso Red John (la tigre) rappresentano.

E' uno dei pochi, sparsi, indizi che Bruno Heller ha lasciato negli episodi delle prime tre stagioni, e che ha fatto pensare a molti che RJ sia in realtà lo stesso Jane. Ipotesi un po' assurda ma forse non meno di quella che preferisco e che si fonda su un indizio della prima stagione (Red John's Friend), cioè le incompiute parole lasciate da Jared Renfrew (l'amico di RJ del titolo) sullo specchio del motel nel quale viene assassinato: "he is mar [o man]".

"He is man... y". E' questa la teoria che abbraccio: non c'è un solo Red John ma molti, sono una corporazione, una religione, metafora dei poteri psicopatici che hanno dichiarato guerra all'umanità e che noi futuri mentalisti sconfiggeremo (o no?).

Tyger, tyger, burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?

In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?
What the hand dare seize the fire?

And what shoulder and what art
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand and what dread feet?

What the hammer? what the chain?
In what furnace was thy brain?
What the anvil? What dread grasp
Dare its deadly terrors clasp?

When the stars threw down their spears,
And water'd heaven with their tears,
Did He smile His work to see?
Did He who made the lamb make thee?

Tyger, tyger, burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Dare frame thy fearful symmetry?

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