martedì 15 marzo 2011

IL CORTESE RAZZISMO DELLA TV AMERICANA

La cosa affascinante di Mamie Gummer è che oltre a essere la figlia di Meryl Streep con un fantastico ruolo in The Good Wife, è davvero bianca. Anche Meryl Streep è bianca ma Mamie Gummer è più bianca, così bianca che in mezzo ai bianchi, i bianchi sembrano beige. Volete conoscere l'effetto di Mamie Gummer in mezzo a una popolazione con l'epidermide leggermente scura? Guardate Off the Map.



Quello che disse Henry Morton Stanley a David Livingstone il 27 Ottobre del 1871 nel villaggio di Ujiji sulle sponde del lago Tanganyka ("il dottor Livingstone, suppongo?"), è probabilmente un'invenzione giornalistica (la ricerca di Livingstone era stata finanziata dal New York Herald) ma, che siano o meno proprio quelle le parole pronunciate durante l'incontro, rimangono un meraviglioso esempio di educato razzismo.




Livingstone era in realtà un fervente anti-schiavista e una persona di buon cuore (un missionario che è riuscito in tutta la carriera a convertire un solo infedele), mentre le gesta di Stanley sono considerate una delle fonti d'ispirazione di Cuore di Tenebra di Joseph Conrad. Off the Map, il nuovo medical drama prodotto da Shonda Rhimes e scritto da una sua pupilla (Jenna Bans), è Cuore di Tenebra-incontra-Grey's Anatomy.




Quando Cuore di Tenebra ha incontrato la penna di John Milius è diventato Apocalypse Now. Una delle più grandi differenze fra il film di Coppola e il racconto di Conrad è che mentre nel racconto gli indigeni sono un'estensione psicologica (o pre-psicologica) della jungla (riusciremo mai a eliminare del tutto il razzismo dall'antirazzismo?) e Kurtz un dio oscuro e trascendente, nel film il Kurtz interpretato da Marlon Brando è indistinguibile dalla jungla e diventa una più estesa metafora dell'oscurità nella quale può smarrirsi la natura umana.

E' praticamente impossibile capire fino in fondo Apocalypse Now senza aver letto Cuore di Tenebra: "...noi bianchi, al punto di sviluppo al quale siamo giunti, 'dobbiamo necessariamente apparir loro (ai selvaggi) in veste di esseri soprannaturali - li avviciniamo con una onnipotenza simile a quella degli dei', e via di questo passo".

Sono le parole del pamphlet di Kurtz che Marlow ha la fortuna di leggere durante il suo viaggio, un commovente e altruistico appello che finisce con un fulmine a ciel sereno: "Sterminate tutti i bruti!" Vi sembrerà incredibile ma un amico che è andato in Tanzania a fare cooperazione internazionale mi ha detto praticamente la stessa cosa.

"Aiutate i bruti!", è l'implorazione di Off the Map. Sembra diversa da quella di Heart of Darkness ma la premessa (e l'inquietante promessa) è la stessa.




Il Kurtz italiano è Berlusconi. Berlusconi, con il suo esercito privato e le tribù padane che lo venerano come un Dio, sta a Kurtz come l'Italia del Bunga Bunga sta al Congo o al Vietnam.

E' ovvio che la "nostra" è solo una questione fra bianchi ma se avete fatto attenzione a tutto quello che ha detto il Cavaliere in questi anni avrete sicuramente notato l'impostazione razzista dei suoi discorsi: come Kurtz, Berlusconi è il Dio che porta la luce della civiltà nella barbarie comunista (che siano comunisti-democristiani o comunisti-comunisti non importa, tanto ce l'hanno nel DNA).




Per cui non è tanto sorprendente che nei comportamenti di Berlusconi ci siano anche dei retaggi del vecchio colonialismo, per esempio in tutta la storia di Kharima El Mahrough, alias Ruby, la finta nipote di Mubarak (uno più, uno meno) che adesso fa il lavoro preferito dagli italiani: la comparsa in discoteca.

Quello che è strano è che nessuno si scandalizzi e che molte madri italiane vorrebbero vedere la propria figlia minorenne al posto di Ruby. La vita è difficile è vero, ma a volte è meglio andare a piedi.

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Tornando a Off the Map, che va in onda su ABC, è la storia di un gruppo di medici carini e palestrati che gestisce una clinica in un imprecisato villaggio del Sud America. Il capo della clinica è un fotomodello con l'emisfero destro del cervello di Madre Teresa di Calcutta e quello sinistro di MacGyver—invece di pulire le scarpe con una banana usa il latte di cocco al posto del plasma—che crede che la medicina sia nata ai tropici. I suoi adepti, altrettanto carini, non hanno mai  aperto una grammatica spagnola. E il titolo dell'episodio (il pilot) dice tutto: Saved by the Great White Hope.

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Probabilmente Shonda Rhimes e Jenna Bans non hanno visto il film più bello dell'anno scorso e non hanno idea delle attività americane fuori dagli Stati Uniti. Oppure questo show è un furbo restyling finanziato dalla CIA per restituire elasticità alla mortuaria maschera che gli USA portano all'estero.




Il fatto è che qualcosa dev'essere sfuggito di mano a qualcuno mentre Off the Map si faceva e lo dico, a onor del vero, perché Shonda Rhimes è sempre molto attenta alle politiche della diversità.

A meno che io sottovaluti il fatto che c'è una diversità più grande dal punto di vista dei gringos, ovvero quella fra loro e il resto del mondo.

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In Off the Map questa diversità è il motivo dominante, nascosto dietro all'inevitabile diversità bianchi/neri che il titolo non esita a sottolineare e che Mamie Gummer è strategicamente demandata a rappresentare.

Infatti, è Mamie Gummer—con contorno di archi strappalacrime—che fa scoprire a una "bovera" indigena l'inalatore per l'asma (una medicina che negli Stati Uniti è controllata dalle multinazionali farmaceutiche e può avere prezzi proibitivi per le famiglie più povere)... e finalmente, a ottant'anni, la selvaggia può respirare: è arrivato l'uomo bianco!

Non paghi di questo, gli sceneggiatori (cioè Jenna Bans) fanno comparire la figlia della donna con una gallina che rappresenta, evidentemente, la moneta locale. Del resto tutta la vita è una ruota e, come dice uno dei personaggi alla fine, "c'è sempre un posto per ricominciare...", sottinteso, a colonizzare un paese più povero.




Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski o più semplicemente Joseph Conrad è uno dei più grandi scrittori del '900. Cuore di tenebra è forse la sua opera più toccante e può anche darsi che questo racconto che, per usare un'espressione di un altro amico va oltre l'immane comprensione, abbia a sua volta un lato tenebroso. Resta però una delle grandi lezioni sui pericoli del colonialismo e del razzismo (e del relativo investimento divino del colonizzatore) in tutte le sue forme e misure.

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