sabato 8 gennaio 2011

I AM KENNY POWERS, YOU ARE KENNY POWERS, WE ARE KENNY POWERS

Can I wear the Scream mask? The mask from
Scream. When I do you from behind...
Kenny Powers


Eastbound & Down è il tipico show televisivo che devi far finta di non guardare perché non sai mai se dopo aver scritto una recensione i tuoi lettori ti prenderanno per cretino o pazzo. Persino HBO non sa cosa farsene e, piuttosto che cancellarlo, ordina ogni anno una mezza stagione di sei/sette episodi.

Perché? Perché qualcuno alla HBO è Kenny Powers, e perché noi tutti siamo Kenny Powers.


Ovviamente bisogna avere uno sviluppato senso dell'autocoscienza e dell'autoironia per essere Kenny Powers, e ci vuole anche un certo tempo tecnico di immedesimazione. E bisogna essere pop.

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Il problema della cultura pop italiana è che non c'è nessuna cultura pop. O almeno non ci sono quelle creature della cultura pop che provengono dall'elaborazione popolare di qualsiasi cosa venga in contatto con il popolo, cioè noi, perché l'unica cosa che c'è è la rimasticazione di prodotti originariamente pensati per un popolo teorico fatto di cretini. Da chi?

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Fabrizio Corona è il nostro Kenny Powers così come Berlusconi è il nostro Nucky Thompson, ma la cosa assolutamente da notare è il fatto che Kenny e Nucky sono prodotti della cultura popolare mentre Corona e Berlusconi sono prodotti per la cultura popolare.

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Il fatto che il popolo non produca nessuna cultura in Italia è probabilmente un retaggio dell'anima sovietica del PCI e dell'idea, mutuata dalla Repubblica platonica, che gli intellettuali (o filosofi) siano l'unico gruppo in grado di rappresentare la cultura. Infatti Stalin, che era essenzialmente un soldato, o meglio un rapinatore di treni, cercò di riunire nella sua persona le tre anime dello Stato: il guardiano, il filosofo e il contadino.




Il genio sia di Berlusconi che Corona è quello di auto-prodursi in quanto prodotti popolari e di aver compreso la cosa che Nucky Thompson in Boardwalk Empire spiega benissimo a uno dei nani che pensa sia umiliante travestirsi da gnomo il giorno di S. Patrizio: è tutto showbusiness. Quanta gente Berlusconi ha convinto a travestirsi da gnomo?

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Il problema, come dicevo poco fa, è che lo spettacolo prodotto in Italia è immaginato per un popolo idiota che accetta il cinismo di chi mette in scena, e si mette in scena, pur di riempire l'inquietante vuoto del suo tempo.

Via Gifwave

Anche Kenny Powers è un uomo di spettacolo e un imprenditore di se stesso ma non insulta mai l'intelligenza del suo pubblico.

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L'altro motivo per il quale probabilmente non esiste una cultura pop in Italia è che il potere qui è quasi totalmente privo di ironia e autoironia. E' permaloso. La cultura pop invece è un'esplosione di ironia e adora il ridicolo, soprattutto quando investe il potere.





Probabilmente il leader più pop che abbia mai avuto l'Italia è Francesco Cossiga, almeno dopo che ha cominciato a prendere uno svariato arcobaleno di psicofarmaci, cioè dopo che ha smesso di fare quello che fanno (quasi) tutti i politici e (quasi) tutti gli italiani e tutti i criminali che hanno anche solo un grammo scarso di potere: dedicarsi spassionatamente alla violenza. I politici e i criminali nel nostro paese (soprattutto quando le cose coincidono) vogliono essere rispettati per le merde che sono.

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Se facciamo qualche salto indietro nel tempo, scopriamo che l'Italia ha avuto un grande artista pop nel '300, cioè Dante la cui Commedia veniva recitata pei rioni di Firenze dal popolo. Naturalmente, tanto per farci del male, abbiamo voluto trasformare la Commedia in un melodramma politico e insegnarla come se fosse stata scritta in una lingua morta mentre la nostra lingua nasce lì.

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Il più grande tentativo di pop art dopo Dante è probabilmente l'Arte Povera ma anche lì, la pulsione ironica si è trasformata in melodramma politico e il popolo è andato a farsi fottere. L'unico vero artista pop, il Dante dell'arte contemporanea, è stato Piero Manzoni, che è morto troppo presto e è stato subito colonizzato dai critici accademici.















E' colpa di Benedetto Croce se gli intellettuali, non appena si accorgono che qualcosa è bello, lo sottraggono al popolo prima che il popolo lo corrompa, cioè lo trasformi in cultura pop. E, in seguito, glielo restituiscono in una forma "adatta" al popolo, semplificata, in un Bignami. All'Italia manca il Bignami scritto dal basso e la cultura pop italiana è sostanzialmente un Bignami del Bignami, una riassunto del riassunto.

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Ora, tornando a Kenny Powers, ci vuole un po' di tempo per ammettere che siamo egotici, sessisti, ossessionati dal nostro successo quanto lo siamo dal nostro fallimento, esattamente come lui. E ci vuole ancora più tempo per ammettere che siamo sessisti e razzisti.

In realtà (come popolo) siamo molto più sessisti e razzisti di Kenny Powers perché il sessismo e razzismo di Kenny sono strumenti per combattere l'inadeguatezza, i nostri sono solo strumenti per preservare la purezza della nostra mediocrità.

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Di fatto la cultura popolare italiana è una forma di razzismo autoreferenziale che ci mette tutti contro tutti, un gioco al ribasso che nutre gli istinti più violenti, lo stupro interrazziale, l'omicidio familiare, la pedofilia ecumenica, l'attentato terroristico (meglio se falso e organizzato per non perdere il privilegio della scorta), l'accorata simulazione del patriottismo (perché non boicottiamo i prodotti brasiliani?), l'escortismo.




L'Italia in fondo è lo show televisivo più bello in onda e quello con i personaggi più interessanti. E' un prodotto della fantasia, dell'inconscio collettivo degli italiani, una Commedia che neanche Dante avrebbe saputo immaginare. E' anche più longevo dei Simpsons (essendo incominciato negli anni '80) e attraversa in sostanza tutti i generi.

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Forse l'Italia non può avere una cultura pop perché è già il risultato inconsapevole della cultura pop, un'opera di pop art, e ciascuno di noi è destinato a essere una delle (talvolta riluttanti) star di quest'opera.

Berlusconi è un genio perché ha compreso che l'Italia—come organismo in simbiosi con il crimine—avrebbe potuto sopravvivere nel mondo post-moderno solo se fosse diventata un network vivente: ha trasformato lo Stato non in azienda ma in Televisione e la storia contemporanea in legal drama.




Il problema di Berlusconi e di tutti gli altri italiani è che riescono solo a provare amore per se stessi. E solo chi sotto al suo enorme e ridondante Ego ha ancora un briciolo di amore per gli altri, allora è davvero Kenny Powers

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